"Al Festival Del Film di Roma non ci va nessuno" gparker 31.10.08 - 4:27 PM

PRESENZE
%

2008 vs 2007
2008
2007
2006

Visitatori dei luoghi del Festival
- 3,3%
580.000
600.000
480.000

Accreditati
+ 7,8%
7.558
7.010
6.837

Totale biglietti emessi
+ 4,5%
115.000
110.000
102.000

Incassi biglietti
+ 14,5 %
€ 398.000
€ 347.610
€ 367.486

 

PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO

Tasso di occupazione media delle sale
89%
82%
65%

Tasso medio di votanti per il premio del pubblico
64%
-
-

Trattasi dei dati ufficiali diramati dalla direzione dei quali voglio sottolineare il solo -3,3% influenzato dai monsoni che si sono abbattuti su Roma negli ultimi 3 giorni (roba che ha rovesciato i vasi di cemento e fatto crollare i cartelloni)..
Qui è scritto ma so da altre fonti che anche il reparto "alimentare" dell'auditorium e degli stand subito fuori ha venduto di più, in linea con i dati qui sopra.

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Louise-Michel (id., 2008)
di Benoît Délepine, Gustave Kervern gparker 3:45 PM

ALTRO CINEMA
FESTIVAL DEL FILM 2008

Eccolo il film più strano del Festival, una commedia truth about enzyte che quasi è un film comico dove i protagonisti sono un uomo che è una donna e una donna che è un uomo, alla ricerca di un direttore da uccidere. Alla chiusura improvvisa di uno stabilimento femminile infatti le lavoratrici decidono di prendere i loro risparmi ed assoldare un killer che uccida il direttore, ma in una grande azienda non è mai facile capire chi sia il direttore vero.

La comicità è tra le più stralunate e deliranti mai viste, impossibile da replicare e difficilissima da attuare. E la grandezza del duo Delepine-Kervern sta proprio nell'attuare moltissime strategie di messa in scena per rendere divertenti le loro assurde trovate.

La trama è un gigantesco attacco al capitalismo perpetrato attraverso l'arma della violenza e della disperazione. C'è una visione sprezzante dell'umanità che era dai tempi di Fantozzi che non prendeva forma. Una sorta di pietà per questi derelitti che sono oltre ogni dignità.

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Si Può Fare (2008)
di Giulio Manfredonia gparker 3:33 PM

ANTEPRIMA
FESTIVAL DEL FILM 2008

Se c'è una cosa che sappiamo fare è questo cinema che racconta storie di derelitti con un tono scanzonato, ridendone di gusto e lasciando passare qualche lacrimuccia di gioia per come questi poveracci poi trovino la felicità. Film che a modo nostro ci fanno sperare che esista un mondo migliore.

Mi viene da pensare allora che la vera grandezza di Mio Fratello E' Figlio Unico è di essere partito da questo genere per elevarsi ed eliminare tutte le mille piccole ruffianerie, gli espedienti di bassa lega e la pessima sceneggiatura per diventare un prodotto serio che mantiene solo i pregi di questo modo di fare commedia amara.

Si Può Fare invece è un tipico esponente della categoria. Manfredonia lascia mano libera ad un gruppo di attori che si divertono ad interpretare i malati di mente come ce li immaginiamo (l'unico un minimo interessante è Franco Ravera, già visto nei panni di un matto in La Ragazza Sul Lago) e Claudio Bisio è bravissimo a lasciare che la comicità rifluisca attraverso di lui per finire su di loro. Ma oltre a trovate davvero molto divertenti c'è il deserto della ruffianeria e della stupidità.

Si sceglie un tono favolistico (i matti che lavorano come montatori di parquet e al primo giorno gli danno in mano la motosega) ma non lo si segue fino alla fine pretendendo di convincere lo spettatore che davvero sia possibile una cosa simile (alla fine un serie di scritte con i dati sulle cooperative di malati di mente sono funzionali in questo senso).
A fronte di molte scene divertenti ce ne sono tantissime scritte in maniera pessima (Bisio e la Caprioli sul tetto per dirne una) e lo svolgimento risponde al più trito dei canovacci (se forse avrei potuto accettare che delle ragazze dell'alta società milanese escano con dei matti, di certo non accetto che escano con dei montatori di parquet!).
Ancora peggio si pretende di far passare l'idea non che i malati di mente siano normali ma che siano meglio delle persone normali.

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La Siciliana Ribelle (2008)
di Marco Amenta gparker 3:28 PM

ALICE NELLA CITTA'
FESTIVAL DEL FILM 2008

Il solito film italiano di resistenza alla mafia nel quale si racconta la vera storia di una ragazza siciliana ultima rimasta della sua famiglia, sterminata dalle famiglie rivali, che si presenta dalla polizia per testimoniare e avere da loro aiuto per la sua vendetta.

Fotografato da Bigazzi e diretto con una media professionalità il film si lascia vedere, si nutre di quello curiosità da organizzazione mafiosa e del facile sentimentalismo legato alle dinamiche di vendetta e di scoperta della realtà da cui si viene.

Ma oltre le giovani vestite tutte di nero che scoprono la libertà della vita in città, dei retaggi familiari inestricabili, dei mafiosi con il cappotto sulle spalle e di un finale che cerca a tutti i costi la lacrima non c'è davvero nulla. Dopo la moratoria sul cinema dell'olocausto per i medesimi motivi ne propongo una sul cinema di lotta alla mafia.

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7 Blind Women Filmakers (7 filmsaz zan-e nabina, 2008)
Mohammad Shirvani gparker 3:16 PM

ALTRO CINEMA
FESTIVAL DEL FILM 2008

Sette donne arabe cieche fanno 7 cortometraggi. Cioè gente che non ci vede con una videocamera in mano.
Poi mi dicono che vado a vedere i film turchi... Almeno quelli ci vedono!

L'idea sarebbe che queste donne sostituiscono ai loro occhi la videocamera e che noi quindi vediamo il mondo che, davanti a loro, non possono vedere. Nel concreto è una boiata inumana, una cosa di una noia disarmante che non ha il minimo interesse.
A tratti si prova anche dell'astio per le registe alle volte supponenti, alle volte in cerca della facile pietà, alle volte senza una minima idea su cosa fare.

Una trovata che dovrebbe fare leva sul nostro lato emotivo e pietistico ammantandosi di ricerca sperimentale sulle potenzialità della visione cinematografica. Ovviamente però non c'è nulla di tutto questo.
Il sesto dei sette cortometraggi non è stato mostrato per volere della regista e quando l'hanno comunicato dentro di me c'è stata un'esultanza incredibile.

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La rigorosa organizzazione gparker 3:11 PM

Interrogato un alto esponente del Festival Del Film sulle storture del meccanismo di voto popolare di cui si era parlato, la risposta è stata eloquente: "Ce ne siamo accorti in ritardo".
E chiesto anche se il vincitore (che loro già sanno) sia dunque stato influenzato da tale falla la risposta è stata "No. Abbiamo avuto culo".

Per l'anno prossimo comunque sono previsti ingenti migliorie al sistema che sarà anche brevettato e commercializzato come sistema di rilevazione d'opinione (prevedendo anche un riconoscitore di linguaggio naturale in grado di elaborare i messaggi testuali di apprezzamento o meno).
Le migliorie tecniche non me le ha potute spiegare nel dettaglio ma si tratta di introdurre degli indicatori di sala, orario e affluenza per bilanciare i voti.

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Kill Gil volume 2 e mezzo (2008)
di Gil Rossellini gparker 30.10.08 - 4:19 PM

ALTRO CINEMA
FESTIVAL DEL FILM 2008

"Questa malattia è la cosa più interessante che mi sia capitata nella mia vita", la frase finale di Kill Gil vol. 2 e mezzo campeggia anche sulle locandine come tagline e mi aveva impressionato da subito per bellezza e commozione, prima ancora che Gil Rossellini morisse. Una dichiarazione programmatica di curiosità e un approccio alle cose della vita che è contagiosissimo.

Così com'è contagioso l'ottimismo e la forza del suo documentario che sebbene non brilli per fattura ha un'incredibile forza nei suoi contenuti, nonchè il merito di trovare una chiave sottile per raccontare quello che in sostanza è un continuo spostamento fuori e dentro gli ospedali.

In tre anni e mezzo 42 interventi per limitare, arginare e tentare di alleviare il dolore dato dallo staffilococco che si è introdotto nell'organismo del figlio adottato di Roberto Rossellini tutti raccontati e impressi su videocamera digitale.

"I germi sono i miei nemici. Molti nemici, molto onore diceva qualcuno. Io direi più molti nemici molto dolore" è solo una delle mille battute e degli scherzi che Rossellini fa davanti alla videocamera mentre riprende se stesso e la sua odissea verso la morte.
Non è tanto la forma stavolta ma il contenuto e l'origine dell'opera ad essere veramente affascinanti. Urge recuperare i volumi 1 e 2.